La postura a letto corretta:
Considerando la quantità di tempo che si passa a letto, soprattutto dopo un evento lesivo come l’ictus, è necessario che la postura a letto nel paziente emiplegico sia adeguata per permettere di prevenire dolori e l’instaurarsi di schemi patologici.
Bisogna considerare infatti che il paziente emiplegico non è più in grado di mettere in atto gli adeguamenti posturali anche minimi necessari per il comfort e per la protezione delle strutture (sia muscolari che legamentose/tendinee), che la sua muscolatura dal lato colpito è priva del tono fisiologico e pertanto non riesce più a mantenere in sede corretta le articolazioni sottostanti, e infine che anche dal punto di vista sensoriale-attentivo-cognitivo possono esservi deficit che non gli permettono di accorgersi della postura errata. Tutto questo è vero per tutti i pazienti nelle prime settimane, e per molti anche nei mesi successivi.
Prima di entrare nei dettagli, chiariamo che qualunque postura a letto (e non a letto) è corretta solo finchè viene modificata spesso, cioè ogni 2-3 ore, poichè anche con numerosi accorgimenti se mantenuta più a lungo si creano inevitabilmente punti di pressione e conseguentemente: dolori, aumento della rigidità, aumento del tono e piaghe da decubito.
Come dev’essere posizionato a letto il paziente emiplegico? Analizziamo come dev’essere sostenuta ogni parte del corpo a seconda della posizione scelta.
La postura a letto nella posizione supina:

- Il capo: pessima abitudine è quella di mettere numerosi cuscini sotto il capo, portandolo così in flessione, posizione che favorisce il riflesso tonico simmetrico del collo. Il cuscino è adeguato quando il capo è sostenuto in posizione neutra. Per quei pazienti con problemi respiratori o che desiderano essere più sollevati, la soluzione può essere posizionare più cuscini anche dietro le spalle o utilizzare il meccanismo di regolazione della testiera del letto se presente. Per i pazienti che presentano neglect (eminattenzione) si possono posizionare cuscini aggiuntivi ai lati del capo, sotto il cuscino principale, in modo tale da limitare la tendenza alla rotazione laterale verso il lato sano.

- La spalla e l’arto superiore: nella postura a letto anche essi devono essere sostenuti da cuscini, anche non molto alti, che vanno posizionati sotto la spalla e, se necessario per edema/gonfiore dell’arto superiore, sotto l’intero braccio in posizione declive. La posizione della mano, tuttavia, non dev’essere fissa ma si può cambiare liberamente portandola sulla pancia o persino dietro la testa.
- L’anca e l’arto inferiore: allo stesso modo posizioniamo un cuscino sotto l’anca colpita, in modo tale che non affondi, e se il cuscino è adeguato per lunghezza e spessore non sarà necessario posizionarne un altro sotto il ginocchio, esso si troverà naturalmente in leggera flessione. Anche qui, la posizione della gamba non è necessario che sia fissa, ma si può portare l’arto in flessione e tenerlo così anche appoggiandolo sull’altra gamba (se non si sostiene da solo). Il paziente può imparare a svolgere da solo queste modifiche posturali.
- I piedi: sfatiamo il mito della necessità di mantenere la caviglia flessa a 90° anche con cuscinetti o altri sostegni sotto la pianta del piede. Questi ultimi, infatti, si sono rivelati più dannosi che utili nel lungo termine, poichè la pressione continua contro la pianta (in particolare nella zona metatarsale) stimola il riflesso alla flessione plantare, cioè l’opposto di quello che stiamo cercando. Pertanto, per il periodo in cui il paziente sta a letto, l’unico accorgimento può essere un arco reggi-coperte per evitare che il piede sia tenuto in flessione dal peso di quest’ultime.
.
La postura a letto nella posizione laterale sul lato sano:

- Il capo: in questa posizione, per sostenerlo in posizione neutra potrebbe essere necessario più di un cuscino. Adeguare dunque il numero di cuscini in modo tale che non ci siano inclinazioni del capo.
- L’arto superiore: dev’essere portato in avanti, dunque con la spalla in protrazione, e poggiato su un cuscino di altezza adeguata.
- L’arto inferiore: dev’essere mantenuto in flessione sia d’anca che di ginocchio, e poggiato su un cuscino di altezza adeguata. I gradi di flessione possono variare in base alla comodità, e il paziente può imparare a variarli da solo.
.
La postura a letto nella posizione laterale sul lato plegico:

- Il capo: in questa posizione, per sostenerlo in posizione neutra potrebbe essere necessario più di un cuscino. Adeguare dunque il numero di cuscini in modo tale che non ci siano inclinazioni del capo.
- L’arto superiore: in questo caso la spalla plegica si trova sotto, pertanto per poter sostenere adeguatamente il peso del corpo dev’essere portata in avanti, cioè in protrazione, in modo tale quindi che si poggi sulla scapola e non sull’omero. Per poterlo fare è necessario che la spalla sana rimanga poggiata su un cuscino posizionato dietro, in questo modo il tronco superiore è leggermente ruotato.
- L’arto inferiore: la gamba sana si trova flessa e posizionata su di un cuscino (o più cuscini); la gamba plegica, che in questo caso si trova sotto, può essere tenuta in estensione d’anca e di ginocchio, oppure in estensione d’anca e flessione di ginocchio. Alcuni pazienti preferiscono tenere entrambe le gambe piegate con un cuscino posizionato in mezzo.
Con un’adeguata postura a letto nel paziente emiplegico si influenza positivamente il risultato riabilitativo, raggiungendo prima e meglio gli obiettivi scelti: per questo è fondamentale che operatori e familiari siano a conoscenza delle posizioni facilitanti e siano in grado di metterle in pratica ed insegnarle al paziente stesso.
.